Quando la coppia si separa, il patto che si infrange è sia quello dichiarato, sia quello segreto, descritti nella tappa precedente; ma la fine del patto coniugale può assumere diverse forme. La prima può essere definita come fallimento dell’incastro e avviene quando il patto dichiarato viene dato per scontato, mentre il patto segreto non riesce a coordinarsi, perché ognuno cerca in tutti i modi di imporre il proprio bisogno all’altro e di assimilarlo a sé. In questo caso, l’altro può diventare essere accettato soltanto se soddisfa le necessità affettive del partner. In questo tipo di legame, manca la mutualità, cioè la capacità di affrontare insieme un compito congiunto; questo non necessariamente porta al divorzio, ma più spesso la coppia si trova in fase di stallo, come bloccata. La seconda tipologia è caratterizzata dall’esaurimento del compito assegnato al legame, cioè la coppia è riuscita a stabilire un patto coniugale segreto e dichiarato, ma esso non può essere rilanciato: una volta che si è raggiunto l’obiettivo sul quale si manteneva il patto, la coppia perde vitalità e forza, spesso con grande dolore. Inoltre, i due coniugi possono sperimentare una mancanza di senso in quello che sta succedendo, proprio perché viene meno quel patto segreto inconscio. La terza tipologia è relativa a un avvenimento sconcertante e ai suoi effetti, come può essere la nascita di un figlio; la presenza di un terzo nella relazione può far saltare il patto coniugale, in quanto uno dei due partner può mostrare all’altro degli aspetti del sé completamente nuovi e sconosciuti in precedenza, tanto da avere la sensazione di doversi relazionare con un estraneo. Con questa nuova persona, viene stipulato un nuovo patto segreto che entra in conflitto con quello precedente, fino a portare a una separazione. L’ultima tipologia è caratterizzata dalla debolezza del patto: il patto dichiarato è poco investito, prevalgono le emozioni e la ricerca della felicità, mentre sono messi da parte i propri doveri. In questa tipologia, è sufficiente che all’altro sia attribuito un difetto o un limite, perché il patto salti, tanto da portare anche a indifferenza rispetto ai compiti genitoriali, se il patto non viene rilanciato. Così si può giungere a una separazione. In questa fase, i compiti della coppia che si sta separando, comprendono: il continuare a essere genitori, rispettando reciprocamente il ruolo dell’altro e collaborando alla genitorialità. Come coniugi, sarebbe importante comprendere il proprio contributo rispetto al fallimento del matrimonio, pur cercando di salvare alcuni aspetti positivi della relazione per ridefinire i rapporti nei quali si è immersi e dare un senso a quello che è successo, oltre che per acquistare la possibilità di legarsi nuovamente. In seguito alla separazione possono nascere nuove famiglie: ricostituite, allargate, ricomposte. Queste, per poter funzionare, devono dotarsi di una nuova identità familiare, fondata su nuove regole, nuovi ruoli e nuovi rapporti, in un sistema più complesso. Ma ci sono anche degli aspetti positivi, rappresentati dalla possibilità e dalla scelta: rispetto al passato, si ha uno spazio maggiore per la propria autorealizzazione, in quanto la struttura familiare non costituisce più un vincolo. Non ci sono più legami biologici a tenere unite le persone, né legami sociali e questo rappresenta un punto di forza, ma anche una fragilità: non ci sono regole che derivano da una storia comune, quindi è necessario un lavoro di trattativa, impegno e messa in pratica di quelle capacità che costituiscono e sviluppano l’intelligenza emotiva della persona. FILMOGRAFIA - Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart - La guerra dei Roses di Danny DeVito - Un giorno perfetto di F. Ozpetek - Amore e Rabbia di Mike Newell
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